ALITALIA: PIANO INDUSTRIALE, CI SIA CHIAREZZA
Le notizie fatte filtrare alla stampa sull’incontro di domani che Alitalia Cai avrà con noi del Sindacato per la presentazione di un nuovo Piano Industriale fanno riferimento, di nuovo, ad esuberi.
L’altro ieri sono andati in mobilità circa 3.800 lavoratori ormai ex Alitalia e, anziché vedere sviluppo, ci verrà presentato un altro piano di ridimensionamento non un Piano Industriale per il futuro.
Questo è il punto. Perché dovremmo condividere una nuova azione che scarica sugli ammortizzatori sociali italiani, pagati dalle tasse degli italiani, se non è chiaro quale atteggiamento hanno/avranno gli azionisti?
Escono i “patrioti” a gennaio? Probabile. Quindi Air France, alle prese anch’essa con grandi problemi potrà passare all’aumento del suo attuale 25% con pochi sforzi e relativamente poco investimento.
E’ questo il gioco?
Abbiamo un grande sospetto, ma se fosse così perché dovremmo di nuovo far pagare la collettività italiana per un futuro business non italiano?
D’altronde il numero degli aeromobili di oggi è di 142 contro i 161 del piano Fenice. Molto più vicino ai 137 del piano Air France di Spinetta.
Non si tratta di un patriottismo di maniera ma abbiamo fatto enormi sacrifici per rimettere in sesto una Compagnia che oggi funziona benissimo ed ha un livello di regolarità del servizio eccellente, con un costo del lavoro per unità di prodotto sostenibile. Non siamo d’accordo ad ulteriori ridimensionamenti per basare il business sulla Linate – Fiumicino mentre si chiudono d’inverno i voli intercontinentali per lasciare spazio all’”alleanza”.
Torniamo all’interrogativo: gli azionisti ci saranno ancora e vogliono investire per una Compagnia non solo domestica? Lo dicano al Governo se non vogliono dirlo a noi.
Saremo sempre pronti ad atti di responsabilità ma solo se sostenuti da un’idea di rilancio e non di ridimensionamento perpetuo, altrimenti saremo in disaccordo.
(Fonte: Aeroporti-Italiani)