Fallisce la quotazione di Sea. Attesa per il cda della società. Pisapia contro il fondo F2i
Game over. I book dell’Ipo Sea sono stati chiusi definitivamente alle 16 e, come anticipato dall’agenzia Il Sole 24 Ore-Radiocor, gli ordini ricevuti dalle banche collocatrici, guidate da Mediobanca, non hanno raggiunto un livello tale da garantire la conclusione con successo del collocamento. Una decisione formale sull’operazione, vale a dire il ritiro del collocamento dal mercato, verrà presa dal consiglio di amministrazione della società, convocato nel tardo pomeriggio, ma salvo colpi di scena dell’ultima ora, il destino del collocamento è segnato.
Già da ieri sera, nonostante le rassicurazioni fornite dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la più grande Ipo del 2012 di Piazza Affari era appesa a un filo molto sottile se si considera che il book degli ordini di sottoscrizione era stato riempito per meno del 40 per cento. C’era chi sperava ancora (pochi per la verità) in un colpo di reni nella mattinata di oggi, ma è stato il cambio di rotta dello stesso Pisapia, il quale ha annunciato iniziative contro chi ha turbato il mercato sull’Ipo, a far capire che il rush finale non è arrivato. «C’è stato grande interesse attorno alla quotazione, credo che chi ha tentato di turbare il mercato e ha fatto ricorsi infondati se ne assumerà tutte le responsabilità in caso di insuccesso», ha detto questa mattina il sindaco con riferimento al ricorso sull’operazione depositato alla Corte dei Conti dall’opposizione di Palazzo Marino.
Ma è chiaro agli addetti ai lavori come Pisapia e il suo entourage abbiano mal digerito anche e soprattutto le critiche e gli appunti mossi dal socio F2i nei giorni scorsi, durante il collocamento: «Se ci sarà una marcia indietro bisognerà scoprire le cause, che penso siano evidenti a tutti, e chi ne e’ responsabile ne pagherà le conseguenze», ha chiosato il sindaco. Non solo, in ambienti comunali c’è anche chi sottolinea, con un pizzico di malizia, il potenziale conflitto d’interesse per Unicredit e Intesa Sanpaolo, allo stesso tempo bookrunner del collocamento (cioè coloro che dovevano raccogliere gli ordini degli investitori) e grandi sponsor di F2i, che dalla quotazione della Sea avrebbe subìto una minusvalenza monstre, superiore a 100 milioni di euro.
Quasi impossibile, a questo punto, anche un prolungamento dell’offerta (come richiesto ieri da alcune banche) anche perchè i contrasti tra soci (Comune di Milano ed F2i in particolare), elemento che ha certamente pesato sull’andamento dell’operazione – specie agli occhi di diversi investitori esteri – rischiano di proseguire anche in futuro come peraltro paventato dalla stessa integrazione del prospetto informativo.
Per la Provincia di Milano, che consegnando in Ipo il suo 14,5% di azioni Sea contava di non sforare il patto di Stabilità, si apre ora una corsa contro il tempo per reperire le risorse finanziarie necessarie entro fine anno a fare quadrare il bilancio. Del resto, proprio qualche giorno fa, l’asta sulla maggioranza della Milano Serravalle è andata deserta.
E ora, proprio l’autostrada è rimasta l’ultima ciambella di salvataggio per Guido Podestà. Ma forse, per venderla, sarà costretto a un piccolo sconto, lo stesso che ha dovuto applicare il sindaco Piero Fassino, a Torino, per vendere a F2i-Iren (proprio ieri) il termovalorizzatore in costruzione a Gerbido e il 49% di Amiat, società locale della nettezza urbana.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-11-30/passo-fallimento-sindaco-milano-142308.shtml?uuid=AbQiBr7G
(Fonte: Aeroporti-Italiani)