Il nuovo piano industriale di lacrime e sangue di Meridiana-Fly non convince nessuno e sarà rispedito al mittente.
Dimissioni di Gentile all’orizzonte?
PER IL 2013 l’amministratore delegato Giuseppe Gentile sembra voglia lasciare a terra 7
aerei e mettere in mobilità altre 650 persone. Un piano che i sindacati sono
pronti a rispedire al mittente e che con molta probabilità sarà illustrato oggi
nell’incontro convocato dall’azienda a Roma con le segreterie nazionali.
I TAGLI Ieri Gentile è volato a Parigi dove avrebbe discusso del piano
industriale con il suo “socio”, ovvero Karim Aga Khan. Secondo indiscrezioni,
il progetto dell’ad vorrebbe dismettere tutti gli Airbus 319 (in totale 3) e 4
degli 11 A 320 posseduti. In tutto quindi 7 aerei. A rimanere sarebbero i 10 Md
80 (in odore di pensione dallo scorso anno) e 7 Airbus. A questi si aggiungono
i 12 Boeing ereditati da Air Italy. Il piano colpirebbe 650 lavoratori, che
potrebbero quindi ritrovarsi in mobilità o in cassa integrazione. La novità
svuoterebbe l’azienda visto che dei 2.098 dipendenti totali, 633 sono in cassa
integrazione dal luglio del 2011.
Secondo voci insistenti, inoltre, sarebbero
vicine anche le dimissioni di Giuseppe Gentile.
I rapporti con il principe si sarebbero incrinati dopo il mancato risanamento della compagnia, assicurato invece l’anno scorso dall’ad.
REAZIONI «Le voci che circolano sono tante, comprese quelle sulle
dimissioni di Gentile», spiega Franco Monaco, rappresentante della Filt Cgil.
«Esiste infatti un patto secondo cui l’ad in caso di stallo decisionale possa
prendere il suo pacchetto azionario e andare via». Un pacchetto che dovrebbe
equivalere a circa 25 milioni di euro. «Aspettiamo l’incontro di oggi. Se siamo
stati convocati è possibile che Gentile rimanga ancora, ma di certo non
vogliamo trovarci davanti a un nuovo piano di sacrifici per i lavoratori.
Abbiamo già dato molto». Assolutamente contrario a nuovi tagli (di personale o
di stipendio) è anche Pierfranco Meloni, segretario sardo della Uil Trasporti.
«Si annuncia un piano che lascia a terra molti aerei e che coinvolge, pare, 650
persone. Non possiamo che essere preoccupati per il futuro che si sta
delineando per la compagnia sia in Sardegna che nel panorama nazionale», dice.
«Non siamo disposti ad accettare altri tagli traumatici che colpirebbero
l’occupazione». Sia la Filt che la Uilt sottolineano come si sarebbero
aspettati dal management «una strategia diversa: non solo tagli ai costi ma
anche investimenti per la crescita». Una strategia di attacco che per Meloni
avrebbe potuto «contrastare anche l’avanzata delle compagnie low cost».