Aeroporto di Forlì. I dipendenti lanciano l’sos: anche gli stipendi sono in arretrato…
Forlì, Italia – Chiedono l’aiuto di tutti: soci di minoranza, istituzioni e imprenditoria
(WAPA) – “Oggi purtroppo ci troviamo a dover commentare e gestire una situazione quanto meno surreale, in quanto mercoledì nel corso di un’assemblea sindacale i lavoratori hanno ribadito le loro preoccupazioni in merito alla situazione di stallo relativamente alla riapertura del sito aeroportuale, e di conseguenza riguardo le prospettive future di mantenere un lavoro. Nel corso dell’assemblea è stato riconfermato il quadro allarmante della mancata corresponsione fra l’altro degli stipendi di agosto, settembre e ottobre. Ai dipendenti di Air Romagna va riconosciuto un attaccamento al lavoro, all’azienda ma soprattutto all’aeroporto di Forlì, e per questo sono da ringraziare. Questo li aveva portati a chiedere alle organizzazioni sindacali di non dare pubblico risalto alla loro complicata situazione, confidando nelle rassicurazioni verbali dell’imprenditore (leggi Halcombe, NdR)”: questo è quanto scrivono oggi Cgil, Cisl e Uil a difesa dei dipendenti dell’aeroporto “Ridolfi” di Forlì, che dopo il fallimento della precedente gestione Seaf avevano ben sperato in un cambio positivo con l’ingresso del nuovo gestore Air Romagna, per la maggioranza detenuto dall’imprenditore americano Robert Halcombe. Ma nulla di significativo sembra esser stato fatto per lo scalo e per chi vi lavora.
“Oggi -prosegue la nota sindacale- quegli stessi lavoratori allo stremo perché senza stipendio, senza certezze per il domani e per il ‘Ridolfi’ dicono basta, e sono a chiedere con forza alle istituzioni locali e non, ai soci di minoranza, alle forze imprenditoriali e a chiunque fosse interessato a dare un futuro al sito aeroportuale, di prodigarsi e manifestarsi prontamente perché possa riprendere l’attività, e perché finalmente venga fatta chiarezza sulla situazione di Air Romagna”.
Conclude la nota: “È triste doversi ripetere a distanza di mesi, ma la latitanza ed ora l’inadempienza nel pagamento di spettanze da parte di Air Romagna, più precisamente del suo amministratore unico Robert Halcombe, sono un segnale chiaro e inequivocabile di quanto non si possa più dare alcun credito a questa società, almeno nella sua composizione attuale; forse è stato fatto il passo più lungo della gamba, e i voli pindarici più volti sbandierati e con tanta enfasi illustrati, tali si sono dimostrati e oggi ci troviamo a vedere le ali del nostro aeroporto chiuse in un mesto abbandono”.
Non c’è molto da aggiungere, se non che tra le promesse dell’imprenditore una nuova scadenza: la riapertura il 1° gennaio del 2017. Ma ormai chi ci crede più? Forse solo l’Ente nazionale aviazione civile, che incolpevole e ficucioso a giugno del 2015 affidò alla nuova società la gestione totale dell’aeroporto per i successivi 30 anni: ne sono passati quasi due, ma lo scalo rimane mestamente chiuso… (Avionews)
(Cla/Mos)
(Fonte: Avionews.com)