Alitalia, il decreto proroga e il destino degli scali minori
Per la vendita dell’ormai molto ex compagnia di bandiera occorrerà attendere ancora diversi mesi, probabilmente sei, come anticipato dal titolare del Mise, Carlo Calenda.
Buste aperte ma nuovamente sigillate quindi, proprio per consentire ai commissari di «proseguire e approfondire il negoziato con tutti gli offerenti» aveva spiegato Calenda. Il decreto per la proroga arriverà quindi a breve, probabilmente nei prossimi giorni e conterrà anche una nota che prorogherà anche la scadenza del prestito da 600 milioni di euro che il Governo aveva concesso ad Alitalia.
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Storia – se non già vista – almeno ampiamente annunciata mentre pare essere una partita tutta nuova quella degli accordi di co-marketing tra i vettori low cost e gli scali “minori” della Penisola.
Alitalia, ritenendo questi accordi – attuati con il placet della normativa europea va detto – se non proprio dubbi, quanto meno nebulosi, ha presentato ricorso ai tribunali regionali di Veneto, Puglia, Sicilia e Sardegna, ragioni dove trovano sede gli aeroporti minori oggetto degli accordi di cui sopra.
Sulla vicenda ha cercato di approfondire IlSole24Ore: secondo il quotidiano economico Alitalia avrebbe incassato il via libera dei Tar regionali, per vedere i contratti sottoscritti da Ryanair – guarda caso – con gli scali di Verona, Alghero, Trapani e Bari.
La questione, benvista da Bruxelles, come anticipato, perché aumenta le connessioni all’interno dei Paesi membri, potrebbe però costituire un elemento di falsa concorrenza, poiché non è chiara l’entità degli incentivi dati dalle società di gestione degli aeroporti alle compagnie low cost per aprire nuove rotte dai propri scali.
L’entità di questi incentivi, parla di cifre molto diverse tra loro. Il Ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, aveva parlato in un’interrogazione parlamentare di circa 40 milioni di euro annui mentre il commissario Luigi Gubitosi avrebbe individuato questa cifra tra i 100 e i 150 milioni di euro.