«Dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione di Alitalia, annuncio sin da ora che, al termine delle operazioni ad essa relative, quando le mie dimissioni verranno formalizzate insieme a quelle di tutto il Consiglio di Amministrazione, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società.» La dichiarazione ufficiale del presidente Roberto Colaninno ha chiuso il cda Alitalia che ha approvato i risultati – fortemente negativi in senso assoluto, nonostante i miglioramenti di alcune voci operative – dei primi nove mesi dell’anno della compagnia.
La riunione è servita a fare il punto sull’aumento di capitale, che a oggi ha visto Intesa Sanpaolo versare 26 milioni di euro, Atlantia altrettanti e la Immsi di Colaninno circa 13. Altri 65 sono stati versati da Intesa e Unicredit, portando il totale a 130 mln sui 500 deliberati. All’appello mancano i 75 mln promessi, ma non ancora deliberati, da Poste Italiane, e soprattutto la quota di Air France-KLM. Il gruppo franco-olandese sembra al momento deciso a diluire la propria maggioranza relativa, salvo acquistare a prezzo di realizzo l’inoptato degli altri soci. È un gioco pericoloso, che rinvia sino all’ultimo momento la decisione ma interferisce anche con le possibili strategie alternative del nuovo management Alitalia.
Il cda ha confermato che i ricavi gestionali sono calati del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012. La diminuzione dei proventi del traffico passeggeri – in particolare sul versante nazionale, in calo dell’11,1% – ha prodotto un risultato netto negativo per 162 milioni di euro, 43 in più del 2012. Se si escludono le voci straordinarie, il risultato netto industriale è negativo per 201 mln, cioè 7 meno del 2012. In calo anche l’ìndebitamento finanziario netto, ora pari a 813 mln, dei quali 575 sulla flotta.
(Fonte: Dedalonews)
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