L’Alitalia rivedrà l’utile nel 2016, ma per arrivarci ha bisogno di 355 milioni di euro entro dicembre 2013. Sono gli obiettivi che Gabriele Del Torchio ha annunciato oggi per Alitalia, in base a un piano industriale articolato su tre tipi di attività – accanto ad Alitalia e Air One, che cambierà nome, spunta l’espansione di Mille Miglia ad altri prodotti – e quattro linee strategiche. Il tutto all’insegna dello slogan “orgogliosi di mostrare il meglio del nostro paese, appassionatamente».
I tempi per l’ennesimo rilancio non sono brevissimi. Per il 2013 Del torchio mira a migliorare la gestione industriale, per arrivare al «sostanziale pareggio» del margine operativo nel 2014, al pareggio pieno nel 2015 e all’utile nel 2016. Purché, naturalmente, arrivino soldi dai soci già entro fine anno.
Oltre a cambiare nome, Air One venderà prevalentemente tramite internet e avrà basi a Catania, Palermo, Pisa e Venezia. Quest’ultima, dice la compagnia, dovrà riconquistare quote di mercato nordest «perse negli ultimi anni a favore di altri aeroporti europei.»
Da ottobre Alitalia tornerà a concentrarsi su Fiumicino, con la già anticipata operazione di “re-hubbing” e nuovi voli, tutti forzatamente a medio-breve raggio (da Sarajevo a Marrakech). Linate manterrà i preziosi slot, ma li dirigerà verso destinazioni diverse da Roma, pressata dalla concorrenza di treni e Easyjet. A partire dall’inverno 2014 Alitalia potrebbe attivare – il condizionale è della compagnia – cinque rotte intercontinentali da Roma, tre da Malpensa e una da Venezia. Si tratterebbe, in questo caso, di Tokio. Tutto sarà condizionato alla disponibilità di aerei che attualmente non abbondano. L’espansione del lungo raggio prevede solo due aerei l’anno di qui al 2016, senza peraltro dire se saranno Boeing 777 o A330. Tutti gli A330 in flotta – l’ultimo dei quali è giunto appena otto mesi fa – saranno comunque riallestiti, segno evidente di insoddisfazione per l’attuale configurazione.
Le voci di fusione con Trenitalia si sono tradotte in una più modesta ricerca di sinergie e intermodalità attraverso «partnership infrastrutturali». Treno e aereo dovrebbero, insomma, cercare di lavorare insieme anziché combattersi. In attesa di vedere il Frecciarossa arrivare a Fiumicino o Malpensa, si potrebbe incominciare rendendo i collegamenti città-aeroporto più frequenti, rapidi ed economici?
(Fonte: Dedalonews)
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