Condannato per il disastro aereo del 6 agosto 2005 non sarà estradato in Italia
Roma, Italia – L’associazione delle vittime si rivolge al ministro Orlando, la Corte d’appello francese ha rilevato un errore nella documentazione

(WAPA) – La corte di appello di Parigi ha respinto la richiesta pervenuta dalle autorità italiane per l’estradizione del copilota tunisino -attualmente in Francia- che nel 2013 è stato ritenuto dalla Corte di Cassazione italiana tra i responsabili dell’ammaraggio dell’aereo Tuninter del 6 agosto 2005 al largo delle coste siciliane, incidente in cui trovarono la morte 16 persone. A denunciare l’accaduto -che sarebbe dovuto ad una mancanza nella documentazione fornita dalle autorità italiane- è Rosanna Albergo Baldacci, madre di una delle vittime e presidente dell’associazione “Disastro aereo Capo Gallo 6.8.2005” in una lettera pubblicata su un social network. “Purtroppo al disastro aereo sembra essersi aggiunto quello burocratico-diplomatico” scrive rivolgendosi al ministro della Giustizia Andrea Orlando, “un’altra disattenzione, un’altra superficialità, a monte e a valle, questa volta verificatasi all’interno del ministero cui tante lettere abbiamo inviato per tenere desta la sua attenzione nell’esecuzione della pena. Se può fare qualcosa, il ministro Orlando lo faccia! E subito!”.
Il prossimo 6 agosto saranno dodici anni esatti dall’incidente accaduto nel 2005 all’ATR-72 della compagnia tunisina Tuninter decollato da Bari alla volta di Gerba (Tunisia) e costretto ad un ammaraggio al largo delle coste di Capo Gallo, non lontano dall’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. La magistratura italiana ha accertato che -in una serie di eventi tra loro concatenati- l’incidente era stato determinato in primo luogo dall’assenza di carburante per un indicatore installato a bordo ma non adatto a quel tipo di aeromobile, ed ha condannato e poi confermato nel 2013 sette persone -tra piloti e tecnici tunisini- a pene comprese tra sei e cinque anni di reclusione. Poiché non è prevista l’estradizione dalla Tunisia, l’Italia ha emesso un mandato di arresto europeo per fermarle una volta fuori dal loro Paese.
Per approfondimenti vedi notizia AVIONEWS (Avionews)
(2017)
(Fonte: Avionews.com)