L’orizzonte dell’azione di governo “resta il 2018” ma per Renzi si avvicina il momento della verifica di Bruxelles sulle misure.
Dal taglio del cuneo fiscale alle riforme per la crescita e l’occupazione: il primo verdetto ci sarà il 5 maggio, quando le nuove previsioni economiche della Commissione europea quantificheranno l’impatto delle misure sui conti pubblici, verificando la loro compatibilità con il risanamento soprattutto di quel debito elevato contro cui Bruxelles punta il dito da anni.
Lo stesso giorno l’Italia e le sue riforme saranno anche uno dei temi sull’agenda dell’Eurogruppo: i ministri dell’economia della zona Euro faranno il punto su quei Paesi che il 5 marzo scorso la Commissione ha messo sotto monitoraggio per i loro squilibri macroeconomici “eccessivi” e all’Italia verrà chiesto quali rimedi ha messo in campo per ridurre il debito e per rafforzare la competitività. Con le previsioni economiche la Commissione dirà prima di tutto la sua sul rinvio del pareggio di bilancio dal 2015 al 2016 deciso con l’ultimo Def. Il Governo ha avvertito Bruxelles dei suoi piani che rimandano l’applicazione del pareggio prescritto dal Fiscal Compact, ma non ha ricevuto risposta, anche perché la procedura europea non prevede una risposta formale. E’ la procedura italiana (il nuovo articolo della Costituzione che recepisce il Fiscal Compact) che prevede di informare la Commissione. Bruxelles si esprimerà quindi direttamente nelle previsioni del 5 maggio. Per la Commissione, accettare il rinvio del pareggio significa chiudere un occhio sull’aggiustamento strutturale chiesto all’Italia ad ogni verifica dei conti.
Bruxelles chiede un taglio del deficit strutturale di 0,5-0,6%, che consentirebbe anche al debito di cominciare a scendere, rispettando così la ‘regola del debitò prevista dal “Six-pack” che dall’anno prossimo ci mette a rischio procedura. Rimandando l’aggiustamento, anche la riduzione del debito si rimanda, come previsto dallo stesso Governo. Considerando che proprio il debito elevato è uno degli “squilibri eccessivi” che hanno spinto l’Italia tra gli ultimi della classe, un via libera della Commissione non è scontato, anche perché dovrebbe chiudere un occhio anche sull’applicazione della regola del debito.
Ma il ministro Pier Carlo Padoan, che all’Eurogruppo di lunedì 5 maggio prenderà la parola per illustrare i provvedimenti con cui l’Italia risanerà i suoi squilibri, tra le frecce al suo arco ha anche una Commissione in scadenza che potrebbe prendere tempo, e le elezioni europee con il rischio di alimentare gli euroscettici in caso di nuove “bacchettate”. E poi ci sono i tagli alla spesa, che Bruxelles voleva da tempo e che finalmente sono stati fatti: ora dovrà solo convincere l’Europa che tagli e provvedimenti sono strutturali.
Discussion about this post