Giorgio Squinzi manda un messaggio forte e chiaro al Governo: “È il momento delle decisioni, il Paese ha bisogno di fare le riforme”.
Il presidente di Confindustria, durante il faccia a faccia con il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ospitato nel corso del convegno dei giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure, parla al premier, che “ha avuto dagli elettori un mandato forte” e a questo punto “deve fare le riforme, non ha più paraventi dove nascondersi. Il Paese ha bisogno di eliminare i nodi che hanno impedito lo sviluppo”.
la strada maestra è quella che porta dritta alle riforme. Riforme che per Squinzi “vanno fatte adesso, subito, nei prossimi mesi, o la possibilità di ripartire e di creare lavoro per i giovani rimarrà una illusione, faremo solo qualcosa che non sarà risolutivo per il Paese. Noi ci crediamo e siamo pronti a dare il nostro contributo”.
FOTOGRAFIA DEL CENSIS – Intanto, oggi il Censis regala una fotografia dell’Italia a tinte davvero fosche: l’immagine è di un Paese nel quale crollano gli investimenti esteri. Investimenti diretti esteri che secondo il rapporto sono stati pari a 12,4 miliardi di euro nel 2013 e che rispetto al 2007, l’anno prima dell’inizio della crisi, quegli investimenti che potrebbero rilanciare la crescita e favorire l’occupazione sono diminuiti del 58%.
“I momenti peggiori sono stati il 2008, l’anno della fuga dei capitali, in cui i disinvestimenti hanno superato i nuovi investimenti stranieri, e il 2012, l’anno della crisi del debito pubblico”. Questi sono i risultati del 6° numero del Diario della transizione del Censis. “La crisi ha colpito tutti i Paesi a economia avanzata, ma l’Italia si distingue per la perdita di attrattività verso i capitali stranieri. Nonostante sia ancora oggi la seconda potenza manifatturiera d’Europa e la quinta nel mondo, il nostro Paese detiene solo l’1,6% dello stock mondiale di investimenti esteri, contro il 2,8% della Spagna, il 3,1% della Germania, il 4,8% della Francia, il 5,8% del Regno Unito”, ha sottolineato il Censis.
Le cause di tanto scoraggiamento? Il Paese è penalizzato dal deficit di reputazione e dalla corruzione, ma anche dai tempi (lunghissimi) e dai costi per avviare una nuova attività. Peggio di noi solo in Grecia e Romania. Problemi che Squinzi, in qualità di leader degli Industriali, conosce bene.
SQUINZI: TOLLERANZA ZERO CONTRO CORRUZIONE – Netta la presa di posizione sul tema corruzione. “Confindustria è contro qualsiasi tipo di tolleranza”, ha detto Squinzi. I “regolamenti” ci sono: vanno applicati “senza alcun tipo di scorciatoia, senza sconti: è nell’interesse delle nostre aziende”.
AFFONDO SULLE RIFORME – “Riforme subito, o il lavoro resta una illusione”, ha tuonato il presidente di Confindustria. In ballo c’è anche il piano Garanzia Giovani su cui punta il governo: se non ci sarà un cambio di rotta anche il piano per i giovani rischierà di “non essere risolutivo”. E ancora: “Diciamoci la verità le risorse non faranno la differenza ma noi siamo pronti a collaborare”.
Sarà in una prossima convocazione al ministero del Lavoro, comunque, che Confindustria avrà modo di rappresentare le proprie proposte. “Con Poletti c’è un colloquio continuo. Il ministro ci ha comunicato che nei prossimi giorni saremo convocati per discutere delle proposte presentate da Confindustria sul lavoro”, spiega ancora il leader degli industriali.
SUI CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO – Sul lavoro, Squinzi ha una proposta: “Un contratto a tempo indeterminato conveniente per le imprese perché dotato della giusta flessibilità. Noi imprenditori non ci divertiamo a buttare fuori collaboratori”. E, per questo, “dobbiamo essere capaci di creare le condizioni per cui il contratto di lavoro a tempo determinato diventi conveniente per le imprese e fare in modo che le aziende non cerchino alternative”.
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