Compagnie aeree – ma anche aeroporti e numerose organizzazioni e associazioni di settore – si sono appellate ai governi di Stati Uniti e Regno Unito chiedendo “il più presto possibile” l’apertura di un corridoio di viaggio tra i due paesi.
La missiva rivolta direttamente al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e al primo ministro britannico Boris Johnson, sostiene che le campagne di vaccinazione finora portate avanti con successo in entrambi i paesi hanno creato “un’opportunità significativa per il Regno Unito e gli Stati Uniti (…) per riaprire questo corridoio aereo cruciale e per farlo in sicurezza”. Tra i firmatari della lettera ci sono Airlines for America (A4A), Virgin Atlantic, Air Line Pilots Association, International (ALPA) e gli aeroporti di Heathrow e Gatwick di Londra. Viene sottolineato come nel periodo pre-pandemia i visitatori del Regno Unito rappresentavano la seconda fonte di ricavi del turismo internazionale in entrata per l’economia degli Usa, mentre i visitatori degli Stati Uniti erano la principale fonte di tali entrate per l’economia del Regno Unito. Nel 2019, oltre 22 milioni di passeggeri hanno viaggiato tra i due paesi.
“Il settore del turismo e dell’ospitalità è stato uno dei più colpiti dal Covid-19 in entrambe le economie e il ripristino sicuro viaggi aerei Usa-Regno Unito avrà un impatto significativo. Se le restrizioni di viaggio verranno revocate entro questo giugno, prevediamo che il mercato inizierà a riprendersi e si avvicinerà al 70% dei livelli del 2019 entro la fine dell’anno, sostenuto principalmente dal traffico della stagione estiva”. Gli sforzi di vaccinazione in entrambi i paesi hanno accelerato il ritorno a un’esistenza sociale più normale su entrambe le sponde dell’Atlantico: i gruppi affermano che a fine aprile almeno il 53% degli adulti negli Stati Uniti e il 62% degli adulti nel Regno Unito hanno avuto almeno una dose di vaccino contro il Covid.
Proprio ieri l’Unione europea ha delineato piani per allentare le restrizioni di ingresso negli stati membri per i viaggiatori che sono completamente vaccinati contro il coronavirus o provenienti da paesi in cui la pandemia è stata controllata.
(Fonte: TravelQuotidiano)